Il Prestito della Speranza, promosso dalla Cei insieme ad Abi, sarà riproposto anche nel 2011. Dopo il flop del 2010 sono previsti criteri di accesso meno rigidi, ma il requisito cardine resta in piedi: per ottenere il tasso agevolato promosso dalla Conferenza Episcopale Italiana 30 milioni a disposizione le famiglie devono essere legalmente costituite tramite vincolo di matrimonio.
Nel 2010 la Cei aveva messo a disposizione dei nuclei familiari monoreddito 15 milioni di euro. Ma nonostante questa disponibilità le domande esaminate furono solo 700, delle quali solamente 150 accettate ed effettivamente erogate. Motivo per il quale è stato oggi deciso di ampliare il bacino di potenziali beneficiari allargando le maglie della rete. Al via delle nuove agevolazioni, previsto per il mese di marzo, saranno quindi cancellati alcuni prerequisti. Sparisce fra gli altri il criterio dei tre figli: potranno fare richiesta del sostegno tutte le famiglie con o senza prole che si trovino in difficoltà economiche. Ma la parola chiave resta "famiglia", così come intesa dal diritto italiano. Vale a dire che potranno ottenere il prestito soltanto le coppie di coniugi regolarmente sposati, non importa con quale rito, civile o di qualsiasi religione, purché riconosciuta.
Altra novità è che la dotazione del fondo quest'anno passerà da 15 a 30 milioni di euro, mentre l'aiuto per le fasce più deboli della popolazione è previsto in non più di 6mila euro a famiglia da restituire in massimo 60 mesi. I beneficiari rimborseranno poi il finanziamento attraverso il pagamento periodico di rate, comprensive di capitale e interessi calcolati secondo un tasso fisso o variabile. Il vantaggio sta quindi tutto nel tasso applicato: nel caso del tasso fisso si aggira sul 4,56% (Taeg), più basso di diversi punti percentuali rispetto a quelli praticati sul libero mercato.