continua a condizionare i comportamenti degli italiani. C'è poco da fare:
volenti o nolenti siamo costretti a risparmiare. Se le domande per i mutui
accennano a una (timida) ripresa, fornendo imput positivi al mercato del
mattone, la spesa a rate - che tanto piaceva ai consumatori del Belpaese -
sembra non «tirare» più. Automobili, elettrodomestici o alta tecnologia poco
importa: le famiglie tendono a ridurre gli acquisti dilazionati nel tempo. A
segnalarlo è la Banca d'Italia nel rapporto sulle «Economie Regionali». La
relazione fa il punto sul 2009 prendendo in considerazione l'economia, la
produzione, il mercato del lavoro, le finanze pubbliche e l'accesso al
credito con un'ottica territoriale. Se la crisi e il peggioramento delle
condizioni del mercato del lavoro, nel 2009 avevano ridotto «sensibilmente»
la richiesta di prestiti per le abitazioni, i segnali di ripresa del primo
trimestre di quest'anno continuano a far ben sperare. La dinamica del
credito al consumo, invece, ha dato risultati negativi nel secondo semestre
dello scorso anno e si conferma debole anche nella prima metà del 2010. «Il
calo degli acquisti di beni durevoli - si legge nel rapporto - ha pesato
sulla dinamica del credito al consumo, che è risultata particolarmente
negativa nel secondo semestre del 2009 e che, secondo le attese delle
banche, risulterebbe debole anche nella prima metà del 2010».
Secondo il dossier di Bankitalia, la crisi pesa anche sulla spesa degli
italiani per il cibo. L'acquisto di beni alimentari è diminuito soprattutto
nel Mezzogiorno (-3,9%) e al Centro (-4,1). Al Nord la riduzione è stata
dell'1,9%. I consumi non alimentari, che coprono oltre i quattro quinti
della spesa complessiva al Centro Nord e circa i tre quarti nel Mezzogiorno,
sono diminuiti dell'1,4% al Nord e dello 0,8% al Centro. Nel Mezzogiorno il
calo è stato più pronunciato (-2,2%). Gli poi sono sempre più insoddisfatti
dei servizi pubblici sul territorio: «Il livello di gradimento espresso dai
cittadini della Penisola è inferiore a quello medio europeo per tutti i
profili considerati», dal trasporto pubblico alla salute, dagli spazi verdi
ai servizi sportivi. Infine focus sulle finanze pubbliche: le
amministrazioni locali risultano più virtuose sul fronte della spesa. Le
uscite totali a livello locale nel 2009 sono aumentate dell'1,8%, contro il
2,5% delle amministrazioni centrali. Nel 2009 però il debito delle
amministrazioni locali è aumentato del 3,6% e si è collocato a quota 110,9
miliardi di euro. Tra le Regioni che hanno registrato gli aumenti più
consistenti dello stock di debito figurano la Calabria, la Campania e il
Piemonte.
Fonte: (www.iltempo.it)
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