martedì 13 luglio 2010

Banche Usa, la risposta pericolosa al problema delle insolvenze

Alcune banche americane hanno trovato la "soluzione" per affrontare il
problema delle insolvenze sui prestiti: rinegoziare i contratti,
dilazionando i tempi per la restituzione dei capitali nella speranza che le
condizioni generali possano migliorare. Ma in questo modo - osserva il Wall
Street Journal - il rischio è di allungare una nuova ombra sia sul mercato
immobiliare, sia sullo stesso sistema bancario del Paese.

Gli istituti di credito stanno applicando tale strategia già da qualche
tempo, soprattutto nei confronti dei mutui concessi per l'acquisto di
proprietà commerciali, che - secondo un'analisi contenuta nella relazione
annuale della Banca dei Regolamenti Internazionali - potrebbe provocare
nuove pesanti perdite per il settore finanziario. Ed è probabilmente proprio
per questo che il tasso dei default è calato. Così come, sempre grazie a
questo escamotage, molte banche hanno potuto classificare una vasta serie di
prestiti come "performing". Almeno per ora.

Le rinegoziazioni di prestiti non residenziali hanno riguardato crediti per
23,9 miliardi di dollari nel solo primo trimestre del 2010: più del triplo
rispetto al livello dello stesso periodo dell'anno precedente, e sette volte
tanto quello del 2008. Il quotidiano statunitense propone l'esempio della
Georgian Bank di Atlanta, che ha concesso crediti per 13,5 milioni ad una
compagnia alla fine del 2007, la maggior parte dei quali sono stati
utilizzati per acquistare terreni edificabili. Il debito avrebbe dovuto
essere restituito nel novembre dell'anno successivo, ma la banca ha concesso
un anno di tempo in più. E ancora, dopo dodici mesi, ha procrastinato la
data al maggio di quest'anno, con un'opzione per arrivare fino a novembre
prossimo. Nel frattempo, però, la Georgian Bank è stata chiusa dai
regolatori, che hanno constatato come a spingere alla bancarotta l'istituto
siano state proprio le insolvenze sui mutui. Il rischio è che, tirandola
troppo, la corda possa spezzarsi...
( Fonte: valori.it)

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