Mutui, già nell'occhio del ciclone a seguito dello scandalo subprime che ha sconvolto la finanza globale nel 2008, tornano alla ribalta anche in questa delicata fase della crisi europea.
Ebbene sì, le banche hanno alzato i tassi di interesse dei mutui ben oltre la percentuale concordata con i clienti, senza preavviso e a pochi giorni dal rogito. A rivelarlo un'indagine svolta dalla rivista Valori, mensile di economia sociale, finanza etica e sostenibilità diretto da Andrea Di Stefano. Anche se non esistono dati ufficiali, da questa febbre di rincaro dei mutui potrebbe essere stato coinvolto chi ne ha fatto richiesto tra maggio e settembre. Vale a dire circa 100 mila persone, che da un giorno all'altro si sono trovate a pagare una rata del mutuo più cara rispetto a quella inizialmente pattuita.
A dare un ampio margine di manovra alle banche è stata una disposizione contenuta nel decreto Sviluppo del Governo Berlusconi, firmato lo scorso maggio, che dal primo luglio ha modificato il metodo di calcolo del tasso di usura, che è passato dal 7,02% al 10,44% per i mutui a tasso fisso, mentre per quelli a tasso variabili dal 4,85% al 7,99%. Le banche hanno così potuto portare i tassi di interesse a livelli che fino a giugno sarebbero stati illegali.
Tutta colpa delle banche? Non solo, perché la crisi finanziaria che sta investendo l'Europa ha reso molto più costoso per le stesse banche fare fund rising e raccolta sul mercato interbancario. Pertanto è auspicabile che i tassi possano, passata la fase più acuta di questa crisi, normalizzarsi in qualche modo. E per fortuna non tutte le banche hanno agito allo stesso modo, pur partecipando tutte egualmente all'aumento dei tassi.
Questa dinamica, inoltre, non ha riguardato solo i tassi di interesse dei mutui, allargandosi anche alle assicurazioni immobiliari , quelle polizze assicurative legate ai mutui, che da aprile 2012 gli istituti finanziari non potranno più sottoscrivere contestualmente al mutuo stesso, secondo un recente provvedimento dell'Isvap.
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