Il Decreto sulle liberalizzazioni è in dirittura d'arrivo al Senato. Da mercoledì 29 febbraio dovrebbe essere al suo esame. Diversi gli emendamenti apportati, come quelli presentati dai relatori Simona Vicari (Pdl) e Filippo Bubbico (Pd). E già si inizia a parlare della loro efficacia o meno.
L'intenzione è ben riassunta dalle affermazioni di Maurizio Gasparri, presidente dei senatori del Pdl, che ha affermato che il fine era garantire l'apertura dei mercati, in particolare su banche e assicurazioni. Ma come mai proprio ora?
Non bisogna dimenticare una cosa. Con il provvedimento 2946, in vigore dal 2 aprile, l'Isvap aveva già impedito alle banche e alle finanziarie di ricoprire il doppio incarico di venditori e beneficiari di una polizza quando si stipulava un mutuo o un prestito. In buona sostanza il corto circuito mutui-assicurazioni sembrava essere risolto.
Ma il Governo ha voluto apportare dei correttivi. Nella fattispecie di cosa si tratta? Stando alla vulgata reclamizzata un po' dappertutto si tratterebbe di emendamenti volti da un lato a eliminare l'obbligo di aprire un conto corrente contestualmente ad un mutuo e d'altro canto volti a garantire la libertà di scelta del cliente su quale tipo di polizza assicurativa sottoscrivere. Le banche, gli istituti finanziari e gli intermediari potranno solo presentare due preventivi di differenti gruppi assicurativi.
Ma il punto debole è rappresentato dall'art. 28 secondo il quale le banche, gli istituti di credito e gli intermediari finanziari se condizionano l'erogazione del mutuo alla stipula di un contratto di assicurazione sulla vita sono tenuti a sottoporre al cliente almeno due preventivi di due differenti gruppi assicurativi. In buona sostanza gli si riconosce comunque la possibilità di condizionare l'erogazione del mutuo alla stipula da parte del cliente di un contratto assicurativo.
E questo è quanto meno qualcosa di strano se si vuole invece garantire al cliente la piena libertà di scelta, perché è chiaro che molti istituti hanno interesse a condizionarne l'erogazione. Pertanto il giallo non è risolto, con il rischio di vincolare l'erogazione dei mutui a dei contratti accessori, proprio in un momento in cui i mutui segnano una brutta nota d'arresto.